Abbiamo un esempio esemplare. Basta studiarlo. Se lo capiamo ci liberiamo di tante illusioni e luoghi comuni con i quali ci lasciamo intossicare dalla nostra presuntuosa supponenza di istruiti di regime che, naturalmente, sono contrari al regime.
Lo stato di fatto è questo: un grande paese dalla millenaria storia, la Persia, vede – o meglio coloro che lo dirigono – nell’Occidente l’unica alternativa per continuare ad essere qualcosa, a contare qualcosa sulla scena del mondo. Ciò significa modernizzare il paese, dire addio alla millenaria cultura religiosa che per tanti secoli aveva mirabilmente tenuto in piedi questa società, dandole un codice di vita decente e sostanzialmente pacifico. Modernizzare significava due cose: università dalle quali sarebbero usciti ingegneri, chimici, fisici, dunque scuole pubbliche finanziate dallo stato e con esse tutta quella serie di cose che fanno da contorno allo stato che si crea una burocrazia di ordine amministrativo e tecnico-scientifico, ovvero ospedali, pubblico impiego, welfare. Accanto a ciò una rivoluzione culturale guidata dai mezzi di comunicazione di massa che infrangeva l’antico codice morale di stampo religioso. Donne mezze nude, promiscuità, fine della del rapporto devozionale fra padri e figli, il successo personale e il divertimento come misura del vivere.
Ebbene, per un caso più unico che raro nella storia, la modernizzazione guidata dallo stato fallisce. Il contropotere religioso, quello che per secoli, come nell’europa cristiana, aveva bilanciato e impedito al potere politico di diventare il Leviatano, riesce miracolosamente ad avere la meglio. Ma cosa succede? La religione è costretta a prendersi lo stato e con ciò, come era successo negli stati pontifici, cessa di essere religione e diventa, volente o nolente, un’ideologia, la bocca del megafono con cui il potere racconta ai dominati quanto è bello essere dominati. La religione sciita prendendo il potere, diventa stato e dunque non può far altro che quello che faceva lo scià, ossia finanziare le università dalle quali escono tecnici di ogni genere, ma tutti legati alla potenza del sapere tecnologico, aprire laboratori dove si fanno bombe atomiche, intraprendere guerre per far vale l’Iran nel mondo, guidare i servizi segreti in ogni loro nefandezza, distribuire al popolo benefici corruttori, raccontare che il bene è l’onnipotenza. In poche parole, diventando stato, la religione si è fatta mangiare dallo stato, perdendo corpo e anima. Da sistema che permette di guardare oltre il mondo, dunque in grado di limitare le pretese del mondo, ricordando che tutto quello che si fa in questa terra per questa terra è senza realtà e significato alcuno, si è fatta mondo, ha dovuto dire che non c’è altro mondo se non il mondo. Si è trasformata dunque in una ideologia, ovvero in un sistema di mobilitazione di massa. Oggi l’Iran non è diverso da un qualunque paese fascista, comunista, liberale. Solo più folkroristico.
ottimo