Che il sistema di dominio oggi abbia una finalità di addomesticamento di massa, o meglio, di ammaestramento generale come le foche al circo, giacché addomesticati lo siamo già, ma non ancora del tutto ammaestrati, lo vediamo facilmente prendendo spunto dal confronto e dalla messa in relazione alcuni dati di evidenza empirica. E’ noto che le compagnie di assicurazione lavorano accanitamente in sintonia con i creatori dell’informatica dei big data e delle tecnologie elettroniche per il loro rilevamento, affinché si possa finalmente avere auto ( e magari in futuro gli adeguati microchip da inserire direttamente nel corpo dell’assicurato) che, dotate di giusti sensori, possano rilevare nel dettaglio il modo di guidare dell’assicurato, vale dire accelerazioni improvvise o meno, frenate, velocità abituale, infrazioni del codice, modo di parcheggiare e rispetto o non rispetto di divieti in merito, e così via. Una volta in possesso di tutta questa informazione personalizzata (state attenti quanto dicono di volervi proporre qualcosa di “personalizzato” – giocano sulla vostra vana vanità) sarà possibile fare (o non fare) una polizza assicurativa al 100% rispondente agli interessi della compagnia, ovvero perfetta nel farvi pagare esattamente quanto conviene a compensare il quoziente di rischio che rappresentate.
Questa invasione della vita, questo monitoraggio, come l’occhio di Dio, di ogni vostro comportamento è pur tuttavia l’aspetto ancora meno inquietante dell’intera faccenda. Nel momento stesso i cui sapete che c’è un Dio che rileva ogni vostro atto e pensiero, cambierete il vostro stile di vita e di pensiero in conformità a quanto la legge di Dio vi comanda. Come guidatori, ad esempio, guiderete come le compagnie di assicurazione preferiscono, perché solo così sarete sicuri di potere avere non solo e non tanto un’assicurazione economicamente conveniente, ma persino se poter avere un’assicurazione o meno e dunque se poter continuare a guidare o meno.
Nel nostro piccolo, abbiamo tutti fatto questa medesima esperienza se siamo iscritti a facebook. Volenti o nolenti ci siamo messi a parlare come vuole Zuckemberg. Piaccia o non piaccia, è così. E’ lui che ci dice se i nostri pensieri sono pieni di odio e che questo non va bene, dunque non dovete odiare. Dovete parlare come se solo l’amore, quello che lui dice essere l’amore, fosse la stella che illumina il vostro sentire, care foche. In definitiva è come essere costretti ad andare in chiesa pur non credendo in Dio. Se questo concetto vi sarà chiaro e distinto, vi sarà anche chiaro e distinto che si vive nel più spaventoso dei sistemi totalitari, quello della democrazia cognitiva e predittiva.
Ora non ha nessuna importanza come questa cosa viene chiamata. La puoi chiamare capitalismo, socialismo, democrazia, il risultato è lo stesso ed è la creazione di un individuo che vive in un sogno, quello di credere di essere il piccolo despota della sua libertà, ovvero di potere avere tutto quello che desidera a pronto comando in base al suo insindacabile capriccio. In realtà, un mondo di burattini eterodiretti e guidati passo passo dalla macchina.
Se ne può uscire? Certo, ma non tutti insieme, solo gli eletti, come già aveva previsto Martino Lutero. Il sistema crollerà di suo, come sono sempre crollati tutti i sistemi di interazione sociale, perché non possono eludere il primo e il secondo principio della termodinamica. Crollerà come tutti i sistemi, quanto avrà esaurito le sue risorse e dovrà usare tutta la sua energia semplicemente per rattoppare se stesso. Ma probabilmente quando questo accadrà, noi non ci saremo più e quello che a noi interessa è il qui e ora, giacché viviamo adesso e non domani.
Diciamo che follia più grave rispetto al progetto di fare una vita libera e non da burattino è quella di pensare di cambiare il sistema. Nessuno può farlo, nemmeno se la popolazione fosse il 100% d’accordo, avendo i chairman di Google alla testa del movimento per abbattere il sistema. Si farebbe l’errore di fondo che fanno tutti i novizi della borsa, quelli che iniziano pensando di essere più furbi del sistema (il trend) e pensano di poterlo battere, di far meglio del sistema, ovvero vendere al massimo e comprare al minimo. Finiscono sempre in braghe di tela. Il sistema imbattibile perché altrimenti non sarebbe il sistema, così in borsa come nel condizionamento sociale. Tutte le rivoluzioni sono clamorosamente fallite, perché invece che abbattere il sistema lo hanno realizzato in pieno, in quelle sue profonde e intrinseche aspirazioni che nella situazione presente non aveva la possibilità di imporre perché i resti di quello che lo procedeva lo intralciavano pesantemente. Così è stato ad esempio con la rivoluzione francese che ha realizzato il sogno centralista e dispotico della monarchia nazionale assoluta, oltre ogni ragionevole aspettativa, facendo dello stato il padrone assoluto della vita e dei beni dei sudditi, anzi creando addirittura una religione dello stato. Lo stesso per la rivoluzione russa o cinese che hanno realizzato, in una situazione sociale impossibile, l’impossibile, ovvero il passaggio di quelle società al sistema capitalistico, immaginando di poter creare un sistema alternativo al capitalismo che non c’era o se c’era era appena abbozzato. Ovvero fantasticando un sistema di pura fantasia, il socialismo, che nella storia ha sempre avuto tanta realtà quanto la montagna dell’Eldorado, tanto cercata dai conquistadores spagnoli nelle Americhe.
Da tempo mi risuonano le parole di San Francesco (in merito vedi il mio Eremi e Luoghi Francescani): “Mi dilungai ancora un poco, e poi lasciai il mondo”. La gabbia non ha lucchetto e non è una voliera dove tutti svolazziamo insieme. Ognuno ha la sua personale gabbia. Basta spalancare la porticina e volare fuori. E nell’aria allora sapremo che non dobbiamo credere a nulla di quello che ci hanno raccontato e che a cui prestiamo fede, così come ai miraggi dei desideri ai quali siamo indotti, sono solo trappole con le quali ci rimetteremo da soli in gabbia.
ottimo